Storia dell'Astronomia


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Venusia
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Storia dell'Astronomia

Messaggio da Venusia » venerdì 16 aprile 2010, 23:29

L'astronomia è una scienza antichissima; non è vero che è stata scoperta dai Sumeri, Babilonesi ecc... Questi popoli hanno per primi messo a punto calcoli e studi osservando il cielo, ma l'astronomia nasce da un bisogno dell'uomo di chiedere al cielo delle risposte. Difatti è nata prima l'astrologia e poi l'astronomia vera e propria. I primi veri studiosi quindi del cielo sono stati i Sumeri, i quali dovendo rispondere ai quesiti dei re dovevano interrogare il cielo. Ma questo popolo ha fatto delle meraviglie per l'epoca. Osservando i movimenti del Sole e della Luna ha creato praticamente il primo calendario; studiarono poi le posizioni dei pianeti (quelli conoscibili all'epoca) e misero a punto dei calcoli ben precisi sui loro movimenti. Le posizioni dei pianeti venivano elaborate in Effemeridi, un preciso schema che designava le posizioni del pianeta per quel dato periodo. Poi altri studi vennero fatti dagli egiziani; per gli antichi Greci il cielo è stato associato agli dei. Ogni costellazione era dedicata a un dio. E questa associazione dei miti e costellazioni ancora è usata dagli astrologi. Ogni segno zodiacale è dominato da un pianeta: l'ariete dal pianeta Marte, il Toro dal pianeta Venere e così via. A loro modo i greci avevano fatto un'associazione psicologica. A Marzo inizia la Primavera, la natura si risveglia, tutto rinasce ed è in fermento. Marte era il dio della guerra, ma anche della spontaneità, dello slancio e della voglia di rinascere, di fare, muoversi. Esattamente come le sensazioni che dà la Primavera, la natura risvegliandosi crea nuove emozioni, voglia di andare, correre, fare, ma non rimanere statici, uscire dal torpore dell'inverno per iniziare una nuova stagione dove tutta la natura mostra il suo splendore della rinascita. Importanti studi astronomici, sono stati effettuati dagli arabi, e poi fra il 1500 - 1600 sono arrivati i primi astronomi veri e propri: Tolomeo, Galileo, Keplero ecc...
Sant'Agostino nel suo percorso di ricerca e conoscenza, prima di conoscere Cristo, si appassionò di astrologia, poi trovò la Verità in un versetto della Bibbia e nell'incontro con sant'Ambrogio. Ma strano a dirsi l'astrologia durante l'inquisizione non venne avversata dai Papi, non era considerata così contraria ai princìpi cristiani; solo un astrologo subì il processo perché provò a fare l'oroscopo a Cristo. Sant'Agostino ha pronunciato la famosa frase: astra inclinant non determinant, specificando proprio che sebbene possano condizionare, gli astri, non determinano il nostro destino. Il nostro destino è nelle mani di Dio. Tuttavia dobbiamo dare atto che da questo bisogno di interrogare il cielo da parte degli antichi abbiamo scoperto le meraviglie del cielo, del creato che Dio ci ha donato. E se vi va mi piacerebbe parlarvi di questi pianeti e i loro miti, anche perché questi miti poi sono stati ripresi anche dagli psicologi nei loro studi. Proprio oggi ho letto una bellissima tesi di una psicologa, la quale parlando della dea Teti che voleva rendere immotale il figlio Achille e proteggerlo dai pericoli, non riuscì nel suo intento. La psicologa specificava che in questo mito si ritrova un grande significato anche della maternità: tutte le mamme vogliono proteggere i loro figli da tutti i pericoli della vita e molte imprigionano i figli in gabbie iperprotettive, ma è la vita stessa che porta i figli ad incontrare qualcosa per cui dovranno combattere e uscire dall'ambito della protezione materna e scoprire anche le sconfitte. Nel mito quindi una verità.
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Re: Storia dell'Astronomia

Messaggio da Venusia » lunedì 2 agosto 2010, 14:40

Gli antichi Sumeri posero le basi per lo sviluppo del pensiero scientifico. E un esempio di questo particolare sviluppo scientifico è la divinazione che può sembrare strano ma proprio da questo è dipartito lo studio scientifico. Essi credevano nell'intervento divino nelle vicende terrene degli uomini. Il mondo divino, inoltre, era stato concepito secondo il modello umano e l'organizzazione sociale esistente, ma su scala infinitamente maggiore: se il sovrano terreno reggeva le sorti del suo popolo, il monarca celeste decideva del destino dell'intera umanità; se gli uomini avevano iniziato a scrivere disegnando la natura su tavolette di argilla, gli dei facevano lo stesso su un supporto di maggiore rilevanza: la natura e l'universo intero. Su entrambi lasciavano "scritti" i loro disegni, che gli specialisti dovevano imparare a leggere e interpretare. Per fare ciò era necessario, ancora una volta, osservare, annotare e raggruppare in serie (erano abilissimi in questa arte) tutta la realtà dell'universo allo scopo di distinguere in essa dei paradigmi che consentissero di differenziare gli elementi costanti e immutabili da quelli rari o insoliti.
Nel primo caso, la normalità della realtà era sinonimo di approvazione divina, mentre nel secondo, la singolarità di qualunque avvenimento naturale (nascita con malformazioni, comportamenti anomali degli animali, enormi inondazioni) o astrale (eclissi, passaggio degli astri) era il riflesso di un messaggio divino altrettanto speciale che, una volta individuato e "letto", doveva essere decifrato.
Così alle osservazioni fu associato qualche fenomeno coincidente: se per esempio si verificava un parto plurigemellare, ossia un fenomeno anomalo, in concomitanza con una malattia del re, l'evento entrava nella lista dei presagi, associato alla malattia regale.
Tali eventi furono compilati in quella che è rimasta come la più grande serie di tavolette della letteratura babilonese, comprendente circa 10000 presagi terrestri e astronomici; svariate migliaia di presagi legati alle nascite (spesso malformazioni), al calendario (giorni fausti e infausti), diagnostici e legati ai sogni.
I fenomeni venivano interpretati da specialisti dopo anni di apprendistato.
Questa pratica diffusissima comportò uno studio dettagliato di tutti gli ambiti della natura e con esso la nascita della maggior parte delle scienze naturali come la botanica, la zoologia,la minerologia, la geografia, la topografia e anche l'astronomia, le cui basi principali sono la classificazione e la descrizione di tipi e specie.


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Re: Storia dell'Astronomia

Messaggio da Venusia » lunedì 2 agosto 2010, 19:12

I Sumeri iniziarono a diviere il cielo raggruppando le stelle in costellazioni e furono i primi ad antropomorfizzarle. Alcuni sigilli ritrovati nell'attuale Iran, ma di chiara influenza mesopotamica, rappresentano figure astronomiche come un dio cacciatore in piedi su cani armato di arco e frecce (forse l'attuale Sagittario), un'altra divinità con in mano due fiumi (Acquario). Successivamente comparvero le prime liste di predizione delle eclissi, viste però questa volta come fenomeni naturali e non quali segni della volontà divina.
I Sumeri hanno lasciato il segno anche in ambito umanistico. Ha origine sumerica anche la letteratura epica, con le più belle e antiche narrazioni di tutti i tempi, come l'Epopea di Gilgamesh, scritta in caratteri cuneiformi su tavolette d'argilla intorno al 2500 a.C. che contiene fra l'altro il primo riferimento scritto al diluvio universale.
La stessa Bibbia, deve molto ai poemi cosmologici sumeri. La comparsa del mondo in un abisso primordiale di acque, la creazione dell'uomo dall'argilla per servire Dio, i castighi a cui è sottoposto, l'esistenza di un luogo "alto", residenza degli unici esseri degni di dimorarvi (gli dei) e di un luogo "basso" dove avrebbe abitato l'uomo o la presenza di demoni a turbare la fragilità umana, ne sono gli echi sumerici contenuti nella Bibbia che, a partire da essa, sono giunti ai giorni nostri come racconti religiosi, nella cui origine sta la prima impostazione filosofica della storia di cui si ha testimonianza.


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Re: Storia dell'Astronomia

Messaggio da Concy72 » lunedì 2 agosto 2010, 19:51

Grazie per il tuo prezioso contributo Venusia! [k-grazie] [k-bravo]
Buona serata! [k-bacio]



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