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da Mary » giovedì 16 ottobre 2008, 13:00
Cara mamma, caro papà...
Cara mamma, caro papà... il vostro paradiso non m'interessa
Non c’è dubbio che ogni uomo e donna,soprattutto giovani,cerchino ogni giorno, ogni istante una vita felice.
Tutti i nostri progetti sono in questa direzione: essere felici e rendere felici le persone a noi care. C’è un paradiso che tutti cerchiamo, fin da quando siamo usciti da quel paradiso meraviglioso che è il grembo materno.
Là, inconsciamente, vorremmo ritornare per essere nella totale comunione intima di gioia e di benessere.
Quando ero bambino e chiedevo a mia nonna: “Nonna, dove è il Paradiso?”, lei alzava lo sguardo e con un dito indicava il cielo dicendo: ”Lassù”. Voleva dirmi che qui, nel dopoguerra, di paradiso ce ne era davvero poco o niente, ma che la speranza di godere tutto il bene era nell’eternità beata di Dio.
Poi è venuto il cosiddetto benessere e stiamo chiamando paradiso altre cose.
Sempre più spesso genitori e nonni, pur senza farlo esplicitamente, dicono al proprio bambino: “ Stai tranquillo il paradiso è possibile: Te lo costruiamo noi. Nascerai nel migliore ospedale. Avrai una culla con gli uccellini che ti svolazzano attorno e ti faranno sorridere per noi. Avrai cibo e controlli perfetti. Ti riempiremo la tua stanzetta di peluche e di ogni tipo di giocattoli, fino a scoppiare. Passerai da un gioco all’altro…forse senza divertirti, disorientato dalla qualità e quantità. Noi ti adoriamo al di sopra di ogni cosa. Verremo anche a confrontarci con le tue maestre di scuola materna e poi con quelle dell’elementari, perché se tu non sai difenderti, ti difenderemo noi… non aver paura, noi ci siamo sempre”.
E perché, si chiede il bambino, faticare tanto, se c’è sempre qualcuno che mi risolve tutto?
“Le tue feste, dai compleanni alla prima Comunione e alla Cresima,saranno da favola.
Vuoi il cellulare? Noi ti anticiperemo tanti tuoi desideri…il motorino sarà pronto... e anche la macchina...”.
Potrà sembrare un discorso esagerato, ma poi viene il momento che..
Un giorno o una sera ci capita di vedere questo figlio o figlia giovane inquieti e ci sentiamo impotenti!
Che cosa gli manca? E non troviamo risposta alle nostre preoccupazioni.
Chiediamo: ”Dove vai questa sera?” e ci viene risposto: “Che ti importa? Non sono libero di fare quello che voglio?”.
“Quando torni questa notte?”. “Non lo so. E poi tu che cosa vuoi?” (e le risposte non sono sempre dette così bene in italiano… ma…). Il telefonino strategicamente irraggiungibile o lasciato suonare senza rispondere.., ma il denaro deve essere sempre disponibile, le richieste accettate…
La nostra non è una visone negativa dei giovani, ma una riflessione sul loro paradiso.
I nostri ragazzi vogliono, nell’adolescenza, crearsi e procurarsi il loro paradiso. Non sempre ci partecipano le loro esperienze personali, cercano divertimento, sballi, velocità, pasticche di euforia... IL PARADISO ARTIFICIALE!
Allora si dimentica che il Paradiso è nella gioia delle piccole cose, nell’amore vero, nelle amicizie costruttive, nell’impegno per un grande ideale, in una religione giovane vissuta da giovani, in un lavoro scolastico o di altro genere portato avanti con responsabilità.
Il Paradiso è a portata di mano. Ma Dio non vuole che sia quello che si apre con lo schianto di una macchina o con una overdose o con...
Il paradiso è ogni attimo di cielo che si tocca sulla terra nella semplicità dell’esistere con amore, nella prospettive del Paradiso eterno, per il quale c’è sempre tempo.
Don Giosy Cento