Pagina 1 di 1

La convivenza non è famiglia

Inviato: domenica 5 giugno 2011, 13:58
da Venerabile Beda
Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio... non bisogna avere timore di impegnarsi per un’altra persona. L'apertura alla vita è segno di fiducia nel futuro... Coltivando come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere... si riduce l'amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare questa mentalità.

Queste sono alcune delle parole utilizzate da Benedetto XVI, in Croazia, dove è attualmente in visita. In realtà si tratta di dare la definizione di famiglia. Famiglia è l'unione tra un uomo (maschio) e una donna (femmina), che davanti a Dio, si consacrano in Cristo, disponibili (se Dio vuole) a generare figli. Ogni cosa diversa da questa, è al massimo, un surrogato. Ed è evidente, che ci sono diversi gradi di dignità, anche nell'ambito del matrimonio: il matrimonio civile, non ha da solo, la stessa dignità del Matrimonio (questo sì con la M maiuscola) cristiano. Peraltro, anche le ipotesi di convivenza, intesa come preparazione al Matrimonio, si stanno mostrando fallimentari all'atto pratico: si registrano casi di convivenza serena, a cui segue il Matrimonio, dove poi si perviene comunque a un divorzio. Alla luce di questo, si diffonde la peggiore mentalità, non preparatoria, ma sostitutiva del Matrimonio: questo spesso, è indice di pretesa di onori, senza oneri, ovvero indice di immaturità, di voler chiudere in qualsiasi momento, senza conseguenze, con una visione alquanto egoistica della vita. Naturalmente, Benedetto XVI, pone l'accento sull'aspetto generale, non esplicando tutti i concetti. Ci sono spesso a monte problemi economici. Ma anche con poco, se si vuole, ci si può sposare. Il problema, è far sì che sia sempre una scelta d'amore e non egoismo. D'Amore, non di innamoramento, o eros (che non è male in sé, anzi è Bene, se è subordinato all'Amore, al sentimento profondo, che è tale, solo se è capace di sacrifici, rinunce, abnegazione). Circa il discorso dell'invito a fare figli, si deve intendere. Non è un invito a una procreazione selvaggia, sia pure in costanza di Matrimonio cristiano. È un invito ad un atteggiamento di apertura, di accoglienza alla vita, alla volontà di Dio. Dove anche qui, tutto deve essere una scelta d'amore. Anche perché (questa è mia riflessione) se uno non se la sente di fare figli, non è che si può imporre. Deve essere una scelta sì d'amore, non di egoismo, ma libera, consapevole e responsabile. E se uno non se la sente (escluso l'egoismo), non può essere biasimato. Solo che in questo caso, coerenza cristiana, e serietà, esige una scelta di castità.